EmVhenan
Originally written in English. Translated by Sofia Pavoni.
Iniziai ad usare quest’applicazione nel settembre 2018. Avevo attraversato un anno incredibilmente difficile dopo la scomparsa di mio nonno e del mio insegnante d’arte; così, in un periodo di disperazione e di declino delle mie capacità creative (fare arte era ciò che a quel tempo volevo diventasse la mia professione) e con una nuova, interessante app di amici di penna apparsa sulla mia lista di suggerimenti dell’App Store, ero pronta a terminare un lungo periodo di isolamento per incontrare nuove persone, condividere le mie idee e i miei interessi, fare nuove amicizie…e ricominciare daccapo per l’anno a venire.
Non mi ci volle molto tempo per fare auto-match con un paio di persone che la pensassero come me…eppure scoprii che le nostre opinioni erano spesso fin troppo concordanti. Proprio per questa ragione, le conversazioni non duravano poi tanto a lungo. Fu allora che decisi di provare a trovare qualcuno con la ricerca manuale; qualcuno che potesse avere interessi diversi dai miei, o magari anche solo meno affini ai miei…e sono grata d’averlo fatto. Mi imbattei in un profilo con un nome semplice: Alxndr., con una descrizione molto particolare, a tratti indecifrabile. Era un codice all’epoca, io lo sapevo. Fin da subito il mio interesse era stato solleticato, ma la cosa si accentuò quando vidi quel che avevamo in comune: quasi tutto, con solo qualche argomento sparso qua e là per cui nutrivo un moderato interesse. Ero entusiasta di averlo trovato, specie perché avevo quasi rinunciato alla mia ricerca dopo aver esaurito gli auto-match. E così, nel bel mezzo della notte, alla luce soffusa di una lampada che avevo a portata di mano, colsi l’occasione di mandargli un timido “ciao”. Era un messaggio semplice, comune a molti primi approcci, in cui si teneva conto dei reciproci interessi compatibili…e non dimenticherò mai la sua risposta, che mi lasciò incredibilmente sorpresa. Non replicò come mi aspettavo; non argomentò partendo dai nostri interessi, ma pose una domanda in riferimento alla mia vecchia descrizione.
“Perché ti consideri non normale?” chiese. “Cosa significa ‘normale’ per te?” All’inizio non ero sicura di come rispondere alla domanda. Mi ero sempre considerata una persona strana, un’emarginata sociale, essendo peraltro stata educata a casa per la maggior parte della mia vita. In realtà non mi ero mai soffermata sul perché io mi sentissi in quel modo prima, e mi ci volle del tempo, precisamente fino al giorno dopo, per elaborare una risposta. Lui mi aveva fatto PENSARE, mentre io mi ero soltanto limitata a prepararmi all’ennesima conversazione inattiva, e fu in quel momento che capii che saremmo potuti diventare buoni amici. Chiunque fosse interessato a ciò che avevo da dire, a sfidare le mie idee, era un candidato perfetto per intessere una solida amicizia.
Da quel momento in poi cominciammo ad inviarci lettere l’un l’altra ad un ritmo sostenuto, da e per l’America e l’Italia, con un’attesa reciproca di 24 ore. Il contenuto delle stesse lettere sembrava crescere ad ogni risposta, mentre noi due ci ponevamo sempre più domande continuando a mettere in luce i nostri pensieri, i nostri sentimenti e le nostre idee. Le carte erano tutte in tavola: niente off-limits. Filosofia, arte, musica, psicologia, vita mondana, condivisione di ricette tradizionali, discussioni sulle differenze culturali tra America ed Europa…ci tenevamo in contatto il più possibile, malgrado il suo fitto calendario universitario e la lunga attesa tra una lettera e l’altra. In quel periodo non ci eravamo ancora detti apertamente quanto fossimo realmente entusiasti dei nostri botta e risposta!
Quando da me scoppiò la catastrofe, era passato all’incirca un mese dalla mia prima lettera ad Alex. La mia vita era cambiata all’improvviso: mi ero rotta il polso della mano dominante, e la mia famiglia stava attraversando un periodo di profondo stress. Per me era diventato molto difficile rispondere a chiunque su Slowly; così un giorno, con mio grande dispiacere, inviai al mio amico di penna preferito un breve messaggio per metterlo al corrente delle mie difficoltà, e per avvisarlo del fatto che sarei stata lontana per un po’ di tempo per rimettermi in sesto. Lui naturalmente comprese, e mi lasciò con parole di incoraggiamento prima che io mi chiudessi completamente nel mio silenzio. Desideravo più di ogni altra cosa continuare a parlargli ed ignorare tutta l’ansia che sentivo per trovare conforto nella sua amicizia…..ma era troppo da gestire.
La mia assenza durava da poco più di una settimana, quando ricevetti un’altra lettera da Alxndr. Era l’unica persona che avesse continuato a rispondermi fino a quel punto, e così, quando vidi il logo Slowly ricomparire sulla barra delle notifiche, sapevo esattamente chi si celasse dietro. Senza un attimo di esitazione aprii l’a